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Al Breda corre il campione Zacon Giò, ma nessuno ha potuto ammirarlo. La rabbia di Celin

All’ippodromo Breda di Padova va in scena il campione, Zacon Giò, rigorosamente a porte chiuse (http://cifonenews.comma3.com/zacon-gio-le-aspettative-deluse-celin-difende-il-campione/). “Spettacolo straordinario e corsa più veloce nel mondo” scrive Segio Celin, portavoce del Comitato padovano contro il doping e la macellazione dei cavalli da corsa, alla ministra Bellanova. Tuttavia rimane in bocca il sapore amaro di chi non può far fruire di tanta bellezza il mondo intero. Di qui la rabbia di Celin:

“Trovo che la scelta di organizzare ben 5 gran premi al Breda (mai accaduta in passato una situazione del genere in Italia!) a porte chiuse, oltre che scellerata da parte degli uffici del Suo Ministero, significa “masochismo” allo stato puro da parte di tutta l’ippica Italiana che, evidentemente ama farsi del male, dal momento che correre a porte chiuse,ha privato il pubblico di poter assistere ad uno spettacolo straordinario ed alla corsa più veloce nel mondo, grazie a quel capolavoro della natura che risponde al nome di ZACON GIO’. Inoltre ha penalizzato i guidatori e gli allenatori stanziali (da notare che è solo grazie a loro se l’Ippodromo di Padova continua a “sopravvivere”…), impossibilitati ad iscrivere i loro cavalli, dal momento che a Padova non esistono dei campioni, ma solamente onesti e modesti cavalli da corsa mentre, la riunione di corse, è stata per il 90% monopolizzata dalla presenza dei cavalli arrivati da fuori!! Se poi pensiamo che Zacon Gio’, è anche stato scelto come testimonial di “Telethon” ovunque corra nel mondo, la dice lunga “sull’autogol” subito dal Suo Ministero, dal momento che come da statuto Mipaaf, un ippodromo come finalità ha quella di creare spettacolo, attirare e consolidare il pubblico verso il cavallo e le corse. Va anche sottolineata purtroppo, la totale mancanza di lungimiranza da parte della societa’ del Gruppo Paolo Coppiello, gestore dell’Ippodromo “Breda”, che poteva chiedere lo spostamento in altra data (come fatto dai gestori di altri ippodromi italiani!)! 1)Quando inizierà il Suo Ministero a remunerare i propri dirigenti in merito ai risultati di gestione che riescono a raggiungere, come del resto accade in qualsiasi azienda privata che si rispetti? 2)Quando mai il lavoro di un artiere, un maniscalco, di un addetto alla pista, ecc., verrà considerato alla pari, di quello di uno dei Suoi funzionari del Ministero? Abbiamo necessità che i Suoi funzionari, più che stare dietro a computer, indossino più spesso stivali e guanti e frequentino le scuderie, per capire veramente sul campo, cosa significa il sacrificio di lavorare per 365 giorni all’anno per accudire i Cavalli da corsa! Alphonse Karr scriveva: “Gli impiegati statali sono come i libri di una biblioteca: quelli piazzati più in alto sono quelli che servono di meno”.

La Redazione

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