Non è un mafioso e non ha legami con Cosa nostra. E questa ombra scacciata via fa cadere in prescrizione anche l’ipotesi d’illecita concorrenza. Così Matteo Allegro, imprenditore nisseno del settore delle slot machine, ritenuto l’anima della maxi inchiesta ‘Les jeux sont faits’, ne esce pulito dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e illecita concorrenza con violenza.
Era il 2012 quando a capo della presunta organizzazione dal giro d’affari milionario sarebbero tre fratelli imprenditori, Matteo, Salvatore e Luigi Allegro, arrestati perchè avrebbero monopolizzato il settore dei videogiochi, imponendo i propri apparecchi a esercenti e circoli ricreativi. Secondo le indagini, bastava un telecomando o un codice segreto per trasformarli in slot-machine o videopoker, eludendo il fisco, acquisendo incassi in nero e abbassando l’ammontare della vincita a discapito degli stessi giocatori. A riguardo il capo della squadra mobile, Giovanni Giudice, dichiarava: “L’alto livello di penetrazione raggiunto da Matteo Allegro e dai suoi complici negli apparati di sicurezza preposti al controllo delle attività di gioco legale, sarebbe la diretta conseguenza della potenzialità criminogena delle attività connesse comunque al gioco, e alle scommesse, che movimentando enormi capitali spesso in contanti, costituiscono terreno da arare per le organizzazioni criminali stanziate su un territorio” (https://www.canicattiweb.com/2012/10/09/caltanissetta-operazione-les-jeux-sont-faits-2-videogiochi-truccati-arrestati-commissario-marescialli-e-vigile/).
La Redazione