Ammontano a 134 anni e 7 mesi le pene chieste dalla Procura di Palermo davanti alla IV sezione del tribunale di Palermo per i 24 imputati nel processo ordinario scaturito nell’ambito dell’operazione Game over, scattata nel 2018 e che avrebbe messo in luce un sistema di centri scommesse illegali che riciclavano il denaro attraverso presunte attività lecite con il sostegno della mafia.
La pena più alta è stata chiesta per quello che viene considerato il capo di questo sistema, Ninì Bacchi, il quale al contrario si è sempre detto innocente e vittima della mafia. Anche nel corso del processo ha continuato a ribadire la sua innocenza e il fatto che al contrario la mafia lo braccasse, e lui non aveva mai denunciato per paura di ritorsioni per sé stesso e per la famiglia.
Prima delle richieste del pm nel processo Game Over, Benedetto Ninì Bacchi, l’imprenditore di Partinico finito agli arresti, difeso dagli avvocati Antonio Ingroia e Antonio Maltese, ha preso la parola rendendo dichiarazioni con le quali ha accusato in aula gli estortori della mafia che hanno minacciato per anni lui e i suoi agenti della rete dei punti scommesse che Bacchi gestiva nella provincia di Palermo.
Bacchi ha spiegato di non avere prima potuto fare queste rivelazioni facendo nomi e cognomi dei suoi aguzzini solo per paura, la paura delle ritorsioni che poteva subire in carcere. “Solo oggi – ha dichiarato Bacchi – ho preso questo coraggio perché solo ora mi sento un po’ più sicuro trovandomi finalmente agli arresti domiciliari dopo più di tre anni dal mio arresto”. (https://www.blogsicilia.it/palermo/processo-game-over-137-anni-di-carcere-le-richieste-della-procura-bacchi-io-vittima-della-mafia/637360/).
La Redazione