Corsi e ricorsi ai Tar di tutta Italia. E’ questo lo scenario attuale su tutto il territorio nazionale per quanto riguarda il rispetto dei centri scommesse delle distanze dai luoghi sensibili previsti dai Comuni pertinenti (http://cifonenews.comma3.com/il-consiglio-regionale-della-puglia-approva-la-modifica-distanze-dai-luoghi-sensibili-da-500-a-250-mt-solo-per-le-nuove-sale-giochi/).
Ad Aosta il Tar ha revocato la sospensiva d’urgenza a una sala gioco richiesta dalla Questura rinviando la questione alla camera di consiglio. “Non appare ravvisabile in capo alla parte ricorrente una situazione di estrema gravità ed urgenza tale da non consentire neppure la dilazione fino alla prima camera di consiglio utile” ha spiegato il presidente del Tribunale amministrativo di Aosta negando il decreto cautelare. Non si esprime in Toscana il Tar, chiamato a decidere sul ricorso da parte di un operatore per l’annullamento del provvedimento del Questore della Provincia di Pisa che gli rigetta l’istanza per l’esercizio della raccolta delle scommesse e il regolamento per l’esercizio del gioco lecito. I giudici amministrativi hanno ritenuto “necessario acquisire ulteriori elementi di conoscenza e valutazione”. In particolare, “le risultanze di una verificazione” attraverso la quale si accerti “la distanza, per la via pedonale più breve tra il luogo in cui la società ricorrente vuole aprire il punto scommesse” (a Cascina Lari) avendo “a riferimento l’ingresso alla sede e il giardino pubblico individuato dall’Amministrazione come luogo sensibile”. La distanza, specifica il Tar, “dovrà essere determinata con il rispetto delle norme del codice della strada (…) ovvero tenendo conto degli attraversamenti stradali consentiti”.
La prosecuzione del giudizio è fissata per il 25 febbraio del prossimo anno.
E sempre a proposito di rispetto dei cosiddetti luoghi sensibili, a San Benedetto del Tronto, il consigliere regionale Fabio Urbinati ha presentato un esposto in Procura per contestare la presenza di una sala slot in zona Ragnola, troppo vicina a una banca e a una scuola. Secondo Urbinati, il Comune sarebbe colpevole di aver concesso l’autorizzazione di apertura nel 2018.
La Redazione